giovedì 5 dicembre 2013

La macchina meravigliosa che non tutti conosciamo

Vi siete mai chiesti come funziona il vostro corpo, un organo specifico o come si attiva (o disattiva) un singolo processo chimico-biologico? Quando respiriamo, ci muoviamo, mangiamo, digeriamo neanche facciamo caso alla complessità dei processi in atto. Molti sono involontari (il battito del cuore, la circolazione sanguigna e linfatica, la respirazione, ecc.), per cui avvengono automaticamente nel nostro organismo, altri invece sono guidati dalla nostra volontà e dalle nostre decisioni.

Studiare chimica, biochimica e biologia (tanto per citare alcune discipline che sono entrate a far parte del mio percorso di vita e di studio già da tempo) ci permette di capire il funzionamento di ciò che avviene nel nostro corpo. Indipendentemente dal livello di approfondimento con cui si approcciano tali materie scientifiche (scuola elementare, media, superiore, università, master, perfezionamenti, ecc.), il risultato del processo di apprendimento è sempre lo stesso: la consapevolezza che il nostro organismo sia una macchina meravigliosa. Imparare a conoscerlo significa imparare a rispettarlo. Comprendere i meccanismi di funzionamento a livello cellulare, dei tessuti, degli organi, degli apparati fino ad arrivare alla visione complessiva del nostro organismo, secondo un approccio che viene generalmente definito olistico, ci guida verso l'idea di salute consapevole. Se sappiamo cosa ci fa sentire bene e cosa invece ci provoca malessere, possiamo gestire in modo consapevole la nostra salute e il nostro livello di benessere. Conoscere significa quindi rispettare l'organismo e i suoi processi non solo chimico-biologici, ma anche socio-psicologici. Nel lavoro di ogni singolo organello di una cellula microscopica c'è tutto un universo: citoplasma, membrana cellulare, nucleo, ribosomi, mitocondri... una vera e propria centrale operativa sempre in azione. Nella sua armonica complessità ritrovo il senso della vita, il senso del profondo rispetto che tutti dovremmo avere nei confronti del nostro corpo e della sua fisiologia. Nella scienza trovo il più grande conforto e la più profonda sensazione di benessere. Solo attraverso la conoscenza possiamo liberarci della paura dell'ignoto. Comprendere, infatti, significa dissolvere tanti dubbi. Quando avvertiamo una sensazione di malessere, quando ci sentiamo privi di energie, trovare la giusta soluzione, assumere il giusto atteggiamento risulta mille volte più semplice se siamo a conoscenza di ciò che momentaneamente non funziona o non ci fa sentire al massimo delle nostre potenzialità. Con questo non intendo dire che dovremmo essere tutti medici, biologi, naturopati o operatori del benessere, ma tutti dovremmo occuparci della nostra salute con impegno e in modo consapevole. Ripensare le nostre abitudini quotidiane, fare movimento, alimentarci in modo corretto è un diritto-dovere di tutti, proprio nel rispetto di noi stessi e della nostra salute.

Purtroppo sempre più spesso si ricorre ai farmaci, anche quando basterebbe un pò di attenzione in più, anche quando la prevenzione da sola basterebbe ad evitarci l'ingestione di prodotti di sintesi. Certo, mandare giù una pillola è molto più facile e veloce di assumere uno stile di vita naturale, ma siamo certi che ciò che è facile sia allo stesso tempo necessario? Se avessimo piena consapevolezza dell'affaticamento dei nostri reni a seguito dell'assunzione di farmaci, lo faremmo anche quando non è fondamentale? Ogni giorno vedo persone fare un uso indiscriminato di farmaci e, quando succede, ciò è dovuto o a ignoranza o a mancanza di rispetto per se stessi. C'è chi prende antibiotici per un semplice raffreddore non sapendo che in questo modo non solo il raffreddore non passa, ma che a lungo andare l'organismo non sarà in grado di rispondere positivamente agli antibiotici, proprio perchè assuefatto.

Rispettate il lavoro del vostro corpo e, se proprio non volete facilitargli il compito, almeno non sabotatelo!

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