venerdì 31 gennaio 2014

Come fare le salviettine detergenti ecologiche riutilizzabili

Tempo fa mi è capitato di leggere su un sito americano di rimedi casalinghi fai da te dei suggerimenti davvero interessanti relativi alle pulizie ecologiche della casa. Come ho già specificato in un mio articolo precedente, da tanto cerco di informarmi per trovare soluzioni ecosostenibili non solo dal punto di vista alimentare, ma anche della pulizia e dell'igiene della casa e della persona. Rispettare l'ambiente preferendo rimedi naturali e cercando di evitare il più possibile l'esposizione ad agenti inquinanti e prodotti chimici salvaguarda prima di tutto noi stessi e la nostra salute.
Da tempo ho smesso di comprare una grande quantità di detergenti diversi, il che ha avuto come conseguenza non solo un miglioramento della qualità della mia vita, ma anche un grande risparmio economico. E' incredibile quante cose si possano pulire con bicarbonato, aceto, limone, sapone di marsiglia (tutti prodotti che durano a lungo e che sono davvero economici) e oli essenziali. Questi ultimi sono un pò costosi, è vero,  ma se consideriamo che bastano pochissime gocce quando li usiamo, è facile capire che un flaconcino che costa intorno ai 10 euro durerà per mesi e potremo sfruttare le proprietà batteriostatiche e battericide di un prodotto assolutamente naturale, molto concentrato e con profumazioni gradevolissime.

Come fare dunque ad evitare di comprare le utilissime salviettine detergenti che usiamo spesso per la pulizia di bagni, cucine e oggetti vari? Il procedimento è davvero facile ed è illustrato sul sito americano di cui vi parlavo prima. Eccovi le istruzioni:
  1. tagliare una vecchia maglietta (o altri vecchi tessuti in cotone) in quadrati della dimensione simile a quella delle salviettine detergenti di produzione industriale
  2. prendere un barattolo di vetro con coperchio e versare una tazza abbondante di acqua calda, 2-3 cucchiai di sapone naturale liquido (sul sito si suggerisce il sapone di Castiglia, ma anche quello di Marsiglia va benissimo) e 5-10 gocce del vostro olio essenziale preferito (sul sito si suggerisce quello alla menta, ma sono note le proprietà disinfettanti anche dell'olio essenziale di limone, di rosmarino o di tea tree)
  3. inserire i quadrati di tessuto nel barattolo, premere bene finchè le salviettine hanno raggiunto l'orlo e chiudere il barattolo
  4. capovolgere il barattolo più volte, finchè le salviettine siano intrise completamente
I vantaggi sono davvero notevoli: innanzi tutto eviteremo di esporci a tutti quegli agenti chimici nocivi che vengono utilizzati per produrre i detergenti industriali, inoltre risparmieremo moltissimo perchè, riciclando e riutilizzando vecchi indumenti di cotone, le nostre salviettine saranno lavabili e quindi riutilizzabili moltissime volte.
Un consiglio per chi non avesse a disposizione il sapone di Marsiglia liquido: basta comprare quello solido (l'importante è che sia completamente naturale, ossia puro, quindi sull'etichetta non dovranno comparire altre profumazioni aggiunte), ridurlo in scaglie sottili e usare acqua bollente, in modo che il sapone si sciolga completamente nel barattolo, prima di inserire le salviettine.

Image courtesy of praisaeng / FreeDigitalPhotos.net

mercoledì 29 gennaio 2014

L'estratto di foglie di ulivo: un aiuto per la nostra salute (di Martina Lacchè)

Tutti conoscono l’ulivo, l’albero della vita. Ogni giorno portiamo in tavola i suoi frutti con grande gioia del nostro palato.
Ma non tutti sanno che da millenni questo albero generoso ci dona un alleato per la nostra salute: le sue foglie, dalle quali è possibile estrarre un portentoso rimedio dalle innumerevoli proprietà!
Dopo anni di accurate ricerche ed esperimenti, grazie alla tenacia ed alla passione dell'uomo siamo oggi in grado di sfruttare tutti i benefici di questa preziosa pianta.
Tutti sappiamo che l’olio di oliva contiene molecole di potenti antiossidanti, ma è nelle foglie dell’ulivo che la loro concentrazione è elevatissima: Oleuroperina, Idrossitirosolo, Tirosolo, Acido Elenolico e Rutina in notevole quantità fanno di questo estratto vegetale un prodotto unico nel suo genere, che con semplicità ci aiuta quotidianamente nella lotta contro tutti quei disturbi che sono diventati tipici di questa nostra società.
L’errata alimentazione e lo stile di vita stressante e sedentario ci portano ad accumulare nel nostro corpo tossine e la cattiva informazione ci fa ricorrere ai medicinali ogni volta che insorge anche il più piccolo malessere, senza sapere che invece bevendo questo infuso possiamo combattere dal di dentro l’insorgenza di molti problemi.
Trarre vantaggio da questo portentoso dono della natura significa riappropriarci della capacità di autorigenerazione del nostro corpo, fortificare le nostre cellule per renderle corazzate contro gli attacchi dei radicali liberi e condurre finalmente una vita più sana.
Provare e conoscere questo rimedio naturale vuol dire liberarsi dalla schiavitù dei classici rimedi temporanei, suggeriti dalle case farmaceutiche, che curano i sintomi ma mai le cause.
Solo tornando alla Natura potremo vivere in armonia con noi stessi e con il mondo.
Con 70 ml al giorno di questo estratto di foglie di ulivo possiamo combattere una miriade di problemi: circolazione, pressione alta, colesterolo, gastrite, depressione, difese immunitarie basse, glicemia, stipsi, ritenzione idrica, cellulite e molto altro.

mercoledì 22 gennaio 2014

Fare educazione alimentare oggi

Occuparsi di educazione alimentare oggi non è semplice. Lo noto durante le mie lezioni e molto spesso anche quando mi si chiedono dei consigli. Ciò che manca è proprio l'educazione alla salute e, cosa ancor più grave, manca già da bambini. Spesso sento genitori lamentarsi che ai bimbi non piace nè la frutta nè la verdura e che quindi è impossibile fargliela mangiare. Diciamoci la verità: è solo un alibi, perchè il punto è: abbiamo educato i bambini a mangiarle? abbiamo dedicato abbastanza tempo in cucina a preparare cibi sani e gustosi? Il gusto è un'abitudine. Se si è educati già da bambini ai cibi sani, sarà più difficile da adulti perdere completamente l'abitudine ad un'alimentazione naturale ed equilibrata. 
Non dobbiamo essere per forza vegetariani, fruttariani o vegani. Aldilà delle scelte personali, tutte rispettabili se non condivisibili, non applico la dittatura di alcun regime alimentare, se non quella del rispetto di sè, della propria natura e dell'ambiente. E' l'uomo ad aver bisogno dell'ambiente e non il contrario!
Cose che dovrebbero essere chiare e semplici, sane abitudini che dovrebbero essere automatiche per chi tiene al proprio benessere e al proprio stato di salute, sono invece considerate sacrifici enormi, al limite dell'impossibile. Vi faccio qualche esempio: 
1. smettere di fumare
2. limitare il consumo di alcolici
3. limitare i cibi industriali, i grassi e le proteine di origine animale, lo zucchero bianco e i prodotti da farine raffinate
4. evitare il fast food, le fritture, gli snacks, i dolciumi, le bibite zuccherate
5. camminare, fare movimento, non usare l'ascensore, non prendere l'auto se la distanza può essere percorsa a piedi
Cinque semplici sane abitudini che sembrano condanne all'ergastolo quando cerco di far capire alla gente (soprattutto agli adolescenti) che il vero ergastolo a cui condanniamo noi stessi è quello che proviene dall'ingestione perenne e continua di additivi alimentari contenuti nei cibi industriali, quali conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità, edulcoranti, ecc. 
La verità è che ci si muove poco e ci si alimenta troppo e male e, cosa ancora peggiore, nella maggior parte dei casi non si è consapevoli di ciò che si mangia, degli effetti che un'alimentazione sbagliata potrebbe avere sull'organismo. Inoltre si è troppo pigri per comprendere che la qualità della nostra vita e della nostra salute dipendono soprattutto da noi, non dalla pillola da mandare giù all'occorrenza, dall'integratore comprato in farmacia, in erboristeria, al supermercato o, peggio ancora, online senza alcun controllo medico.
E allora mi chiedo: ma non sarebbe più semplice e meno faticoso evitare il rischio di esporsi a tutte quelle malattie connesse ad abitudini alimentari sbagliate, quali patologie cardiovascolari, diabete, obesità, tumori, ecc.? Non è più stressante doverle affrontare e, nel migliore dei casi, curarle con farmaci di sintesi e interventi chirurgici?
Qui non si tratta di essere medici per fare prevenzione. Non serve avere una laurea in medicina o in scienze dell'alimentazione per capire che il nostro corpo, la nostra salute è il bene più prezioso che la Natura ci ha dato. Amatevi di più, rispettate il vostro corpo e l'ambiente che vi circonda e capirete che il vero sacrificio non è rinunciare alle patatine fritte, alle caramelle o al junk food, ma è condannare il vostro corpo ad un'alimentazione fatta di cibi artificiali e dannosi.

martedì 21 gennaio 2014

Vitamine e Minerali

In un articolo precedente vi avevo già parlato dei macronutrienti. Vediamo ora cosa sono i micronutrienti e perchè si chiamano così. Tra i micronutrienti ci sono le vitamine e i minerali, che sono dei nutrienti molto importanti nella nostra alimentazione, nonostante debbano essere assunti in piccole quantità (meno di un grammo al giorno).
Per poterci alimentare correttamente, evitando deficit, è necessario conoscere almeno nelle linee generali le più importanti funzioni di vitamine e minerali.

Funzioni delle vitamine

Vitamina A (detta anche retinolo): deriva dal betacarotene, che viene poi trasformato dal nostro organismo in vitamina A. Essa svolge un ruolo importante per la vista, contribuisce a proteggere le membrane cellulari, è essenziale per la formazione e la crescita di ossa e denti, aumenta la resistenza alle infezioni e mantiene la salute e l'elasticità della pelle.

Vitamine del gruppo B: intervengono nei processi energetici del metabolismo (vitamine B1 e B2), favoriscono la circolazione sanguigna e la funzione dell'apparato digerente (vitamina B3), mantengono la salute di pelle e capelli (vitamina B5, detta anche acido pantotenico), aiutano il normale funzionamento del sistema nervoso e immunitario (vitamina B6), sono importanti per il corretto sviluppo del sistema nervoso dell'embrione (vitamina B9, detta anche acido folico), intervengono nel metabolismo di carboidrati, lipidi e proteine (vitamina B12).

Vitamina C: stimola la produzione di anticorpi, interviene nella sintesi del collagene (e pertanto rinforza vasi sanguigni, pelle, muscoli e ossa), ha funzione antiossidante, favorisce l'assorbimento del ferro, riduce i danni provocati da nitriti e nitrati, presenti nei conservanti alimentari.

Vitamina D: favorisce l'assorbimento del calcio, regola il livello di calcio e fosforo nell'organismo e la mineralizzazione ossea.

Vitamina E: ha funzione antiossidante ed opera in sinergia con la vitamina A e C.

Vitamina K: regola la coagulazione del sangue e la sintesi di alcune proteine necessarie per lo sviluppo delle ossa.

Funzioni dei minerali
I minerali vengono divisi in macroelementi (calcio, fosforo, potassio, sodio, cloro, magnesio) e oligoelementi (a loro volta divisi in elementi traccia, se necessari in dosi di milligrammi al giorno, ed elementi ultratraccia, se necessari in dosi di microgrammi al giorno).

Calcio: è importante nella formazione delle ossa e dei denti, regola il ritmo cardiaco, favorisce la coagulazione del sangue.

Fosforo: col calcio ha un ruolo importante nella formazione delle ossa e dei denti, ha un'importante funzione nell'attività cellulare in quanto costituente della membrana plasmatica, regola il Ph.

Potassio: col sodio regola la pressione osmotica, è un costituente delle cellule.

Sodio: regola la pressione osmotica e il ritmo cardiaco.

Cloro: è presente nel succo gastrico e interviene quindi nel processo digestivo.

Magnesio: attiva gli enzimi, è importante nella sintesi proteica.

Ferro: è un costituente dell'emoglobina e della mioglobina (che servono a trasportare l'ossigeno ai tessuti), è presente nelle proteine actina e miosina che sono responsabili delle contrazioni muscolari, è un costituente di molti enzimi essenziali, è presente nelle unghie e nei pigmenti dei capelli.

Iodio: regola il funzionamento della tiroide.

Zolfo: è un costituente di capelli, tessuti e cartilagini.

Rame: è necessario nella sintesi dell'emoglobina.



lunedì 20 gennaio 2014

I rituali navajo e l'armonia con la natura

Lo scopo dei rituali dei Navajo, testimoniati dalle Vie dei Canti, è il ritorno alla bellezza e all'armonia con l'universo. Secondo la cultura navajo, infatti, la perdita dell'armonia col cosmo produce sofferenza nel corpo e nello spirito.
La cura del malato consiste infatti nel mettere in atto una serie di rituali incentrati sul paziente in cui si utilizzano erbe officinali, pitture fatte di sabbia colorata, creazioni artistiche, musiche, canti, danze, allo scopo di ripristinare l'armonia cosmica perduta.
Le tecniche terapeutiche  dei Natives hanno un approccio olistico, in quanto tese alla cura della persona da un punto di vista non solo fisico, ma anche e soprattutto sociale e psicologico. La cura della mente e dello spirito è importante quanto quella del corpo e l'armonia dell'individuo è strettamente legata al suo rapporto con la comunità e la tribù. 
Spiritualità, tecniche erboristiche e magiche si fondono nella medicina navajo. Essa prevede la presenza di un guaritore (il cantore, che conosce a memoria e tramanda le vie dei canti, utilizzando gli inni più adatti in base alla cura), di riti di purificazione, di erbe mediche e del rituale del mandala (ossia la creazione di pitture di sabbia a carattere magico-sacrale). 
In questo contesto il concetto di salute coincide con quello di equilibrio con le forze naturali e quello di malattia con quello di squilibrio: ecco perchè la guarigione si attua col recupero dell'armonia e dell'equilibrio perduto.

sabato 18 gennaio 2014

Cos'è il metabolismo?

Per metabolismo si intende l'insieme delle trasformazioni chimiche ed energetiche che avvengono nelle cellule degli organismi viventi per far sì che essi possano svolgere le loro funzioni vitali (accrescimento, riparazione, rinnovamento, movimento e conservazione in vita). Il metabolismo si può dividere in anabolismo e catabolismo.
Nell'anabolismo si verifica la produzione di molecole più complesse a partire da molecole più semplici, con utilizzazione di energia. Nel catabolismo si verifica il processo opposto, ossia le molecole più complesse vengono scisse in molecole più semplici, con produzione di energia. L'energia prodotta dalle reazioni cataboliche sarà poi usata nelle reazioni anaboliche. Pertanto si può parlare di metabolismo materiale (cioè la trasformazione chimica delle sostanze utilizzate) e metabolismo energetico (ovvero la trasformazione dell'energia contenuta in molecole di ATP nelle sostanze metabolizzate).
Per far sì che avvenga il processo metabolico c'è bisogno quindi di sostanze alimentari (macronutrienti, micronutrienti, acqua e fibre) e di enzimi (composti proteici che fungono da catalizzatori). Dal punto di vista energetico, i processi metabolici producono energia sotto forma di lavoro o calore oppure la immagazzinano sotto forma di riserve energetiche.
In ambito dietetico si prende in considerazione anche il metabolismo basale, ovvero il quantitativo minimo di energia di cui un individuo ha bisogno per espletare le funzioni vitali minime. Esso viene misurato in condizioni di massimo riposo e tranquillità in un soggetto a digiuno da 12 ore e in un ambiente con temperatura tra i 20 e i 24 gradi.

venerdì 17 gennaio 2014

Consulenza naturopatica e benessere

Il campo di applicazione della consulenza naturopatica è la cura della salute e del benessere in chiave socio-bio-psicologica, questo significa (e non mi stancherò mai di ripeterlo) che il naturopata si occupa di salutogenesi, non di malattie. Esula dalle competenze del naturopata la cura di ogni tipo di patologia (anche se lieve), di cui si occupa invece il medico. 
Detto in parole povere, ciò significa che se scegliamo di andare da un naturopata non dobbiamo aspettarci un consulto di tipo medico, non dobbiamo aspettarci la prescrizione di diete, prodotti fitoterapici e integratori alimentari. Se ciò accade, sappiate che il naturopata, per quanto possa essere preparato e competente, sta invadendo la sfera professionale della sola categoria autorizzata ad intervenire sul nostro metabolismo, ovvero quella dei dottori in medicina. La naturopatia è in realtà una filosofia di vita basata su un approccio naturale ed olistico, non una professione che rientra nell'ambito sanitario.
Nella sua attività di counseling, l'esperto in scienze naturopatiche guiderà e supporterà il cliente nel suo percorso del benessere verso una migliore qualità di vita, tenendo conto delle specifiche esigenze personali, fornendo indicazioni (non prescrizioni o regole assolute) relative all'importanza di una costante attività fisica, di un'alimentazione equilibrata e il più possibile naturale, e della cura di quelle relazioni interpersonali che producono una reale crescita socioaffettiva.
L'educazione al rispetto della natura, dell'ambiente e di se stessi esula quindi dalla prescrizione di integratori a fini puramente commerciali (seppure di origine vegetale), senza che si riscontri un deficit reale (e in tal caso tale diagnosi e prescrizione sarebbero comunque di esclusiva competenza medica). Fare autodiagnosi e autoprescriversi integratori di ogni sorta è del tutto inutile e a volte può rivelarsi addirittura dannoso. La supplementazione alimentare deve essere inserita solo laddove si riscontri una carenza documentata da esami di laboratorio, non da una generica sensazione di stanchezza o spossatezza o per seguire la moda del momento. Se si ha il dubbio di essere afflitti da qualche deficit alimentare, allora si dovrà consultare il medico, che provvederà a prescrivere i relativi esami e a fare una diagnosi. Pensare che un rimedio vegetale possa essere prescritto da chiunque o che possiamo assumerlo a nostro piacimento perchè tanto non fa male è sbagliato. Anche gli estratti vegetali hanno i loro effetti collaterali e in ogni caso solo i medici sono autorizzati a prescrivere rimedi che servono a curare. Non confondiamo comunque gli integratori alimentari con i fitofarmaci.
Se ci rechiamo da un consulente in naturopatia, la sola cosa che dobbiamo aspettarci è il suo aiuto, il suo supporto orientato verso l'acquisizione di una maggiore consapevolezza da parte del cliente, così da essere in grado di operare scelte autonome nel proprio percorso individuale. Assumersi la responsabilità del proprio benessere, evitando di crearsi alibi, modifica le abitudini quotidiane e l'atteggiamento mentale.
In sintesi, il compito del naturopata sta nella cura della persona, non delle malattie, il che si attua educando il singolo ad operare scelte autonome e consapevoli, che nascono cioè da un'esigenza interiore senza imposizioni esterne.

giovedì 16 gennaio 2014

Alimentazione e prevenzione

Sia nelle indicazioni fornite nel decalogo per la prevenzione del cancro sia in quelle relative alla cura delle patologie più diffuse (quali ad esempio arteriosclerosi, aterosclerosi, cardiopatie, diabete, cellulite, gastrite, ulcera, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, osteoporosi, stipsi) viene chiaramente consigliato di evitare cibi di origine animale, in particolar modo carni grasse, salumi, formaggi (specialmente quelli fermentati) e a volte anche uova.
Un eccesso di proteine animali risulta infatti dannoso per la salute e si consiglia di limitarne l'uso, sostituendole con proteine vegetali presenti nella soya, nei legumi e nella frutta secca.
Anche per quanto riguarda l'assunzione di grassi, si consiglia di ridurre quelli saturi (in genere di origine animale), prediligendo quelli insaturi di origine vegetale. Gli acidi grassi saturi sono infatti responsabili dell'innalzamento del livello di colesterolo LDL, che favorisce l'arteriosclerosi, mentre quelli insaturi (ad esempio omega 3 e omega 6) ne diminuiscono il livello.
Il latte vaccino, ad esempio, è poco digeribile in quanto c'è bisogno di una grande quantità di acido cloridrico perchè la caseina venga digerita. Già da tempo infatti alcuni studi (mi riferisco in particolare a quelli del prof. Franco Berrino) hanno evidenziato come l'assunzione di latte vaccino non sia assolutamente necessaria dopo lo svezzamento. Solo gli uomini continuano a bere latte in età adulta, cosa che non si verifica in nessun'altra specie animale. Per di più il latte pastorizzato è privo di fermenti lattici utili a combattere quelli putrefattivi, mentre quello scremato è del tutto privo di vitamine liposolubili. A ciò va aggiunto il fatto che il latte vaccino acidifica il sangue per la presenza di un contenuto eccessivo di calcio e proteine, costringendo l'organismo a mettere in atto soluzioni tampone, il che significa prelevare calcio dalle ossa per alcalinizzare: ecco perchè l'assunzione di latte non apporta alcun beneficio all'organismo in caso di osteoporosi, ma anzi può contribuire a peggiorare la situazione. L'osteoporosi ha infatti un'incidenza maggiore nei paesi occidentali e soprattutto in quelli in cui il consumo di latte e derivati è più alto. Inoltre il latte vaccino è quasi del tutto privo di magnesio e dato che questo minerale è necessario per l'assimilazione del calcio, l'assunzione di latte costringe l'organismo a prelevare magnesio da altri tessuti. In assenza di magnesio (che regola l'entrata di calcio nelle cellule), il calcio resterà nel sangue e ciò provocherà calcoli e artrite. Il calcio contenuto in alimenti vegetali (quali cavolo, legumi, noci, sesamo) è invece più facilmente assimilabile.
Nel latte e nelle carni degli animali di allevamento sono stati inoltre riscontrati residui tossici, quali antibiotici, pesticidi, antiparassitari, ormoni, germi patogeni, metalli pesanti dovuti all'inquinamento stradale e ambientale.

Oltre all'aspetto nutrizionale, va anche considerato quello economico-sociale. Anche da questo punto di vista risulta molto meno produttivo utilizzare aree per il pascolo, l'allevamento e la coltivazione di cereali destinati esclusivamente alla nutrizione degli animali che per la coltivazione di alimenti destinati al fabbisogno umano. E' stato stimato infatti che per produrre 1kg di manzo sono necessari ben 9 kg di mangime e che da un bovino si producono meno di 50 kg di carne consumando più di 790 kg di proteine vegetali.

Vale la pena fare riferimento anche alle motivazioni ideologiche che stanno spingendo sempre più consumatori ad adottare una dieta vegetariana o addirittura vegana. La crudeltà con cui vengono allevati e poi uccisi gli animali ha contribuito alla formazione di una maggiore sensibilità personale, soprattutto alla luce del fatto che per l'uomo non è assolutamente necessario cibarsi di animali per la sopravvivenza. Una dieta vegetariana equilibrata e ben bilanciata, aldilà delle condivisibili scelte etiche, è di gran lunga preferibile sia dal punto di vista nutrizionale che economico-sociale. Se è vero che solo le proteine di origine animale sono ad alto valore biologico, è anche vero però che tale problema può essere facilmente risolto combinando i cereali con i legumi.

Nel decalogo per la prevenzione del cancro dello studio del WCRF si mette chiaramente in evidenza l'importanza di tenere sotto controllo il proprio peso, evitare di fumare e masticare tabacco, fare una costante attività fisica per almeno 30 minuti al giorno, limitare il consumo di cibi con un alto contenuto di grassi e/o con zuccheri aggiunti e/o con una scarsa presenza di fibre, evitare bevande zuccherate, mangiare diverse varietà di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, limitare il consumo di carne rossa e carni processate, gli alcolici, i cibi salati. Si consiglia inoltre di non usare integratori per prevenire il cancro e di preferire l'allattamento al seno fino ai 6 mesi di vita del bambino.
Tali raccomandazioni valgono anche per gli ex malati cancro, in quanto sono importanti non solo in presenza di una grave patologia, ma rappresentano la base di una corretta educazione ad uno stile di vita salutare e il più possibile naturale. Come si evince, infatti, la maggior parte dei consigli riguarda proprio l'alimentazione e il divieto di fumo (questi due fattori rappresentano infatti più del 60% delle cause di cancro) e pertanto sono applicabili non solo ad ogni tipo di malattia (quali ad esempio patologie cardiocircolatorie, demenza senile, diabete, ecc.), ma sono il miglior modo per fare prevenzione quotidiana. Il fatto che i consigli per la prevenzione del cancro siano applicabili anche ad altre malattie è stato messo in luce anche dal prof. Franco Berrino, nei suoi studi e nelle numerose interviste rilasciate a proposito del progetto Diana, attuato in alcuni ospedali italiani.

Bibliografia:
F. Berrino, Il cibo dell'uomo, Milano, 2005
G. Bertagna - G. A. Morina, Scienza dell'alimentazione naturopatica I, Morina Editore, 2011
WCRF/AICR report, Food, Nutrition, Physical Activity and the Prevention of Cancer: a Global Perspective, 2007

mercoledì 15 gennaio 2014

Alimentazione naturale e alimentazione artificiale

Per alimentazione si intende l'ingestione di alimenti che permettono all'organismo di svolgere e preservare le proprie funzioni vitali (fornire energia per produrre calore, lavoro, altre forme di energia, fornire materiale per la riparazione dei tessuti, l'accrescimento e regolare le reazioni metaboliche). 
Ogni alimento è costituito da principi nutritivi, che vengono divisi in macronutrienti e micronutrienti, in base alle quantità di cui l'organismo ha bisogno per preservare lo stato di salute. Tra i macronutrienti ci sono i carboidrati, i lipidi e le proteine, a cui si aggiungono anche le fibre e l'acqua, che, pur non essendo dei nutrienti veri e propri, sono necessari affinchè il metabolismo possa svolgersi correttamente. Tra i micronutrienti ci sono le vitamine e i minerali (divisi in macroelementi e oligoelementi, questi ultimi suddivisi a loro volta in elementi traccia e elementi ultratraccia). 
Gli alimenti, dopo essere stati ingeriti, entrano a far parte dei processi metabolici, che iniziano con la digestione, proseguono poi con l'assorbimento e l'escrezione dei prodotti di scarto.
Dal punto di vista della qualità dell'alimentazione, possiamo distinguere tra alimentazione industriale e alimentazione naturale (su cui si basa ad esempio l'alimentazione che privilegia scelte il più possibile naturali ed ecosostenibili). I cibi industriali risultano molto spesso pieni di additivi (quali coloranti, conservanti, esaltatori di sapidità ed edulcoranti), che, oltre ad essere utilizzati per una più lunga conservazione degli alimenti, hanno lo scopo di renderli più gradevoli alla vista e al palato, mascherando spesso prodotti di bassa qualità. Il cibo naturale, invece, rispetta le caratterische biologiche degli esseri umani e la biodiversità dell'individuo (ciò significa che adatta il nutrimento ai bisogni specifici della singola persona). 
L'alimentazione naturale privilegerà pertanto i sapori semplici dei cibi integrali, ricchi di enzimi e fermenti vivi, freschi, variati, preferibilmente di provenienza locale. Essa, inoltre, si basa su suggerimenti che riguardano lo stile di vita e non su prescrizioni desunte da tabelle dietetiche per la cura di specifiche patologie.
L'alimentazione diventa così la migliore forma di prevenzione e cura, in quanto caratterizza scelte quotidiane che durano tutta la vita (al contrario dell'intervento farmacologico, che resta isolato in un arco di tempo limitato). Molte patologie, infatti, potrebbero essere facilmente prevenute e/o curate cambiando le abitudini alimentari e adottando uno stile di vita più sano e naturale. 
Molto spesso, invece, la gente si deresponsabilizza affidandosi a farmaci, erbe, integratori di ogni genere, pensando di poter risolvere in modo semplice, veloce e facile le patologie (più o meno lievi) da cui è affetta. Il martellamento quotidiano della pubblicità, delle case farmaceutiche, interessate ad ottenere il massimo profitto, ha generato una corsa al farmaco e all'integrazione nutrizionale, anche quando tale integrazione è dannosa o, seppure innocua, inutile. 
E' diventato ormai un atteggiamento comune fare autodiagnosi autoprescrivendosi integratori, nella speranza di aumentare la propria efficienza professionale, di dimagrire, di sentirsi sempre più attivi e mai stanchi o, peggio ancora, con la falsa credenza di poter prevenire patologie mandando giù una pillola. Questa, certo sarebbe l'opzione più facile, che non comporta alcuna responsabilità individuale, rispetto invece a scelte di vita quali fare movimento o prediligere un'alimentazione naturale. 
Fare attività fisica costa fatica, seguire un'alimentazione consapevole costa fatica, fare scelte di vita autonome costa fatica, ed è per questo che spesso si attribuiscono all'integrazione nutrizionale poteri miracolosi che ci liberano dall'impegno e dalla responsabilità di essere soggetti attivi nella difesa e nel mantenimento del nostro stato di salute. 
Purtroppo il bombardamento del marketing, il concetto di salute "commerciale" (vista come una condizione standardizzata secondo la quale più si è efficienti e scattanti e più si è sani), il potere mediatico di internet, tv e stampa spingono gli individui verso stili di vita sempre più massificati e artificiali, con gravi costi sociali, psicologici ed economici. 
Optate per un'alimentazione naturale, basata su cibi freschi, diventate consapevoli di ciò che mangiate e il vostro livello di salute migliorerà notevolmente già in pochi mesi.

lunedì 13 gennaio 2014

Riscaldamento globale ed effetto serra

Il diossido di carbonio, più noto come anidride carbonica, è un prodotto della combustione dei derivati del carbone e del petrolio, ovvero delle fonti di energia utilizzate giornalmente per il riscaldamento, l'illuminazione, le attività industriali e di trasporto. 
E' stato calcolato che ogni anno vengono immessi nell'atmosfera oltre cinquanta miliardi di tonnellate di CO2. Dal 1958 gli scienziati che hanno iniziato a studiare la concentrazione di CO2 nell'atmosfera terrestre si sono accorti non solo che all'aumento del diossido di carbonio è legato l'aumento della temperatura del globo terrestre, ma che tale concentrazione era rimasta quasi uguale dall'ultima glaciazione (ossia 100mila anni fa) fino alla rivoluzione industriale. Analizzando l'aria contenuta nei ghiacci dell'Antartide sono riusciti ad avere informazioni sulla concentrazione di CO2 negli ultimi 160mila anni. Dalla rivoluzione industriale ad oggi la concentrazione di diossido di carbonio è aumentata addirittura del 15%.
Pur non essendo tossico di per sè, il diossido di carbonio sta avendo effetti devastanti sull'atmosfera terrestre a causa dell'aumento vertiginoso della sua concentrazione. Ci riferiamo all'effetto serra, ossia a quel fenomeno attraverso il quale alcuni gas (tra cui appunto diossido di carbonio e metano) bloccano il calore in prossimità della superficie terrestre, che resta così intrappolato e fa aumentare la temperatura del globo terrestre. E' lo stesso effetto che si verifica in una serra, in cui i raggi del sole attraversano i pannelli di vetro riscaldando l'ambiente interno, ma il calore prodotto non non può fuoriuscire e disperdersi.
E' stato calcolato che l'uso di combustibili fossili ha provocato un aumento di CO2 del 7,4% tra il 1900 e il 1970 e un altro aumento del 3.5% negli anni '80. Anche negli anni '90 l'aumento è stato costante. La situazione è aggravata dal disboscamento delle foreste pluviali e dagli incendi.
Oltre al diossido di carbonio, va preso in considerazione anche un altro gas serra, che provoca un effetto 20 volte maggiore rispetto a quello di CO2, ossia il metano, la cui concentrazione è aumentata dal 1850. Il metano viene prodotto dagli allevamenti bovini, dalle attività agricole, da alcuni batteri, dallo sfruttamento dei pozzi petroliferi e dalle attività estrattive.
Se l'aumento della concentrazione dei gas serra dovesse continuare in maniera costante, gli effetti potrebbero essere davvero catastrofici, quali lo scioglimento dei ghiacci polari con relativo innalzamento del livello del mare e la scomparsa di intere regioni geografiche.
Se è vero che la situazione è rischiosa è pur vero che molto si può fare per limitare i danni: è necessario infatti investire sulle energie alternative a fonti rinnovabili, sul rimboschimento e sulla tutela delle foreste e delle aree verdi.

Fonte: M. Hein - S. Arena, Fondamenti di chimica, Zanichelli

mercoledì 8 gennaio 2014

Fare prevenzione oggi: 7 semplici regole



Considerare l'individuo come un unicum irripetibile, avere un'idea globale e non settoriale dell'organismo, mirare al rispetto di se stessi, della propria natura e dell'ambiente che ci circonda, tendere ad uno stile di vita e ad un'alimentazione il più possibile naturale e consapevole, ma soprattutto considerare la prevenzione e il supporto alla salute molto più importanti della cura di una determinata patologia sono atteggiamenti che hanno da sempre contraddistinto il mio modus vivendi.
Perchè dunque mi sono decisa a studiare non solo biochimica, botanica, biologia, ma anche fitoterapia e discipline erboristiche? Fermo restando l'assoluta validità di un consulto medico in caso di sospette o comprovate patologie, quello che proprio non ho mai né tollerato né compreso è l'approccio della maggior parte dei medici verso il paziente. Non so se questa sia solo una mia idea, frutto delle mie esperienze personali, ma, a giudicare almeno da quante persone oggi si stiano indirizzando verso rimedi naturali o almeno ne siano incuriositi, direi che sono in buona compagnia. Nella maggior parte dei casi i medici non ascoltano, ma prescrivono farmaci e esami di laboratorio. Trattano il paziente come se fosse un oggetto da aggiustare su una catena di montaggio, per cui, data una patologia, si userà meccanicamente lo stesso protocollo. Decidere di rimettermi a studiare, oltre che seguire la mia passione per le scienze che mi accompagna da tempo immemorabile, è stata dunque la mia ribellione all'approccio terapeutico della medicina allopatica. Il nesso automatico raffreddore-aspirina con me non funziona. Il mio è un approccio diverso, che passa attraverso conoscenza, prevenzione e consapevolezza. Se ho il raffreddore mi chiedo perchè e cerco di intervenire sulle cause, non sui sintomi. Ma soprattutto mi chiedo cosa posso fare per prevenirlo.
Ci sono tanti modi di fare prevenzione, eppure molto spesso negli studi medici se ne parla poco. Si prescrive un farmaco per ogni malessere, anche per quelli che potrebbero essere curati e/o prevenuti semplicemente adottando uno stile di vita corretto e un'alimentazione equilibrata.
Se anche voi credete nella prevenzione, eccovi 7 semplici consigli a supporto e tutela della salute: 
1. non fumare
2. non esagerare con l'alcol
3. fare esercizio fisico 
4. imparare tecniche di rilassamento e respirazione profonda diaframmatica
5. preferire ove possibile detergenti e rimedi naturali
6. adottare uno stile di vita consapevole
7. seguire un'alimentazione equilibrata evitando l'uso continuo di prodotti industriali, caratterizzati da una quantità eccessiva di zuccheri e di grassi.

Ricordate comunque che lo stato della nostra salute e la qualità della nostra vita dipendono soprattutto dalle nostre scelte personali, che devono essere operate con convizione e in assoluta libertà, non perché qualcuno ce le impone.

venerdì 3 gennaio 2014

Facciamo chiarezza sulle cosiddette professioni "non regolamentate"


Facciamo un pò di chiarezza sulle cosiddette professioni non regolamentate. Non regolamentate non significa che siano illegali, ma solo che al momento ancora non esiste un albo nazionale unico e non esistono corsi di laurea e/o diplomi riconosciuti dallo stato italiano, in cui si possano conseguire titoli specifici. 
In USA, ad esempio, ci si può laureare in chiropratica, mentre in Italia no. In Germania esiste la figura dell'heilpraktiker, riconosciuta dal governo tedesco, che corrisponde più o meno al naturopata italiano (professione non legalmente riconosciuta in Italia). Questo ovviamente non significa che le scuole italiane di naturopatia, osteopatia, omeopatia, fitoterapia siano illegali, ma solo che i titoli conseguiti hanno carattere privato e sono quindi spendibili in strutture non statali e/o in centri e studi privati. 
La legge 4/2013 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 22 del 26 Gennaio 2013 chiarisce la situazione. In particolare si definisce lo statuto delle professioni non regolamentate come tutte quelle professioni non organizzate in ordini, collegi, albi o elenchi nazionali, con l'esclusione di tutte quelle attività commerciali già regolamentate da normative specifiche. Si ribadisce, inoltre, la legalità per i professionisti di costituire associazioni di carattere privatistico su base volontaria (maggiori informazioni possono essere trovate qui).
Tanto per fare un esempio pratico, non esiste in Italia nessun percorso universitario riconosciuto per diventare omeopata, eppure i farmaci omeopatici possono essere legalmente venduti nelle farmacie. Il fatto che ci siano medici omeopati, non significa che tali medici, dopo aver conseguito una regolare laurea in medicina e chirurgia, si siano specializzati in omeopatia presso un'università o una scuola riconosciuta dallo stato italiano, ma significa solo che hanno deciso di proseguire gli studi frequentando istituti privati e conseguendo il titolo di omeopata (titolo che può essere legalmente conseguito presso istituti privati italiani da chiunque sia in possesso di un diploma di scuola media superiore). Detto in parole povere, in Italia non bisogna essere medico per essere omeopata (o osteopata, naturopata, chiropratico, fitoterapeuta, ecc.) o biologo per fare l'educatore alimentare.
Purtroppo questa "confusione normativa" ha permesso e permette a tanti ciarlatani di diffondere teorie pseudomiracolistiche su metodologie terapeutiche non provate scientificamente. Ciò non significa che tali pratiche siano dannose per la salute umana, ma che siano molto spesso inutili e dispendiose. Abusare della credulità popolare a scopo di lucro, inoltre, è un reato punito dall'art. 661 del Codice Penale. Fortunatamente, però, in Italia ci sono ottime scuole che non millantano pseudo-riconoscimenti e non ingannano gli allievi sulla spendibilità del titolo di studio con giri di parole e terminologia poco chiara. Se volete seguire un percorso di studi nell'ambito delle cosiddette professioni non regolamentate o se siete alla ricerca di un professionista serio, vi consiglio di scegliere una scuola e/o un professionista che specifichi chiaramente l'aspetto normativo e il carattere privato del titolo di studio in questione. Ricordate che l'onestà intellettuale e il rispetto di un codice deontologico costituiscono le basi imprescindibili per poter svolgere qualsiasi professione, regolamentata o meno.

Qualche consiglio per combattere lo stress

Il nuovo anno è iniziato, le feste sono finite e siamo tornati quasi tutti alle nostre abituali occupazioni. Nonostante i buoni propositi, qualcuno ha un pò esagerato col cibo, qualcun altro ha trascurato l'esercizio fisico e molti si sentono stanchi, appesantiti e stressati. Beh, a tutto c'è rimedio e non è il caso di farne un dramma! Piuttosto che sentirsi in colpa e lamentarsi per quei chiletti in più, occorre fare il punto della situazione, lavorando su noi stessi con impegno e responsabilità.
Se non sapete da dove iniziare, eccovi qualche spunto per combattere lo stress e sentirvi più attivi.

1. ESERCIZIO FISICO 
So bene che il freddo ci fa impigrire, si cammina meno, si prende l'auto più spesso del dovuto, ma cerchiamo di non usare l'inverno come alibi! Ci sono tanti semplici modi per restare attivi, anche senza andare in palestra per ore o camminare sotto la pioggia. 
  • Evitate di prendere l'auto se non è indispensabile o parcheggiatela un pò più lontano: anche una passeggiata di 10 minuti ha la sua importanza. 
  • Fate le scale ogni volta che ne avete la possibilità: aiuta la respirazione, la circolazione e la muscolatura di gambe e glutei.
  • Fate stretching quando potete. Ci sono ottime lezioni da seguire sul web. Basta iscriversi ad un canale you tube per restare aggiornati o visionare i video un paio di volte alla settimana. Sono lezioni brevi con esercizi di facile esecuzione. Ricordate però di eseguirli dopo esservi riscaldati per evitare strappi muscolari. Bastano dei piegamenti, delle flessioni, qualche saltello e si è pronti per un pò di stretching, restando comodamente a casa. Allungare la muscolatura ci aiuta anche a combattere dolori muscolari dovuti a lombalgia, cervicalgia, ecc. Attenzione però a non strafare, soprattutto se non siete abituati e non avete mai fatto movimento. In questo caso meglio farsi consigliare da un esperto.

2. OLI ESSENZIALI 
Avete mai provato ad usare gli oli essenziali? Sono davvero un toccasana per rilassarsi. Vi suggerisco in particolare l'olio di lavanda e di eucalipto, ma molto dipende dal gusto personale. Rivolgetevi al vostro erborista di fiducia e soprattutto non dimenticate di controllare sull'etichetta che siano biologici, puri (in questo caso sarà presente un solo ingrediente) e spremuti a freddo. Gli oli essenziali possono essere utilizzati in modo diverso, sia per l'ambiente che per la cura della persona.  Eccovi qualche suggerimento:
  • potete aggiungere poche gocce di olio essenziale nella vaschetta dell'acqua del termosifone (non più di una goccia per metro quadrato), possono essere vaporizzati nell'ambiente (4-5 gocce per litro d'acqua in un flacone spray) o versati in minime quantità in un diffusore elettrico o a candela.
  • potete aggiungere un paio di gocce in un cucchiaio di olio di mandorle per un massaggio rilassante o per idratare e profumare la pelle dopo il bagno o la doccia o ancora aggiunti all'acqua del bagno (sempre dopo aver mescolato qualche goccia in un cucchiaio di olio di mandorle, di argan, di jojoba, ecc.)
  • possono essere inalati direttamente da un fazzoletto (ricordate di usare solo una o due gocce, in quanto si tratta di oli concentrati con profumazione forte e persistente)
3. EVITATE FUMO E ALCOL 
Se finora non avete ancora pensato di smettere di fumare e/o di limitare i vostri drinks alcolici, impegnandovi seriamente, potrebbe essere questo uno dei buoni propositi per l'anno nuovo, non credete?


4. YOGA E TECNICHE DI RESPIRAZIONE
Imparare la respirazione diaframmatica è davvero utile per liberarsi da ansia e stress. Bastano pochi minuti al giorno da dedicare a se stessi. Ritagliarsi un angolo di pace e silenzio è un diritto/dovere che dobbiamo a noi stessi. Amare e rispettare il nostro corpo è il primo passo per migliorare la qualità della nostra vita. Oltre alle videolezioni sul web, potete decidere di rivolgervi ad uno dei tanti centri benessere, che propongono lezioni su tecniche di rilassamento, yoga ed esercizi mirati a decontratturare le fasce muscolari. Vedrete che piano piano spariranno le contratture e avvertirete benefici non solo a livello dell'apparato muscolo-scheletrico, ma anche psicologici.

5. ALIMENTAZIONE
Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia importante prendersi cura di noi stessi, iniziando da una buona spesa e da un'alimentazione consapevole, sana ed equilibrata. 

  • Evitate di mangiare di fretta! Ci vogliono almeno 20 minuti prima che il cervello avverta il senso di sazietà e invii il messaggio al resto del corpo. Più si mangia di fretta e più si rischia di alimentarsi in modo eccessivo e sconsiderato.
  • Non mangiate davanti alla tv, al pc o quando leggete, studiate o siete impegnati in altre attività! Così facendo non ci si rende conto di quanto si ingerisce e si finisce col sovralimentarsi, con gravi danni per la salute (soprattutto se si abusa di dolciumi, merendine, patatine, bibite gassate e zuccherate e prodotti industriali)
Eccovi un semplice decalogo che spero vi possa aiutare ;)