giovedì 5 dicembre 2013

Il mio percorso del benessere: come ho eliminato i cibi industriali




Il mio percorso del benessere non si è limitato alla semplice eliminazione di zucchero raffinato e dolciumi industriali, ma ha avuto (ed ha) come scopo ultimo quello di limitare al massimo i cibi di derivazione industriale, sostituendoli con alimenti il più possibile naturali. Ovviamente questo non significa evitare il supermercato e farsi la pasta e il pane in casa, ma significa privilegiare alimenti freschi o con pochi ingredienti in etichetta (pasta, pane, pesce surgelato, verdure sottolio, passata di pomodoro, legumi, etc.)

Seguendo i suggerimenti di un articolo apparso sul sito http://www.eatlocalgrown.com, ho ricalcato più o meno gli step consigliati da Lisa Leake, sebbene devo ammettere che il mio percorso sia stato facilitato dalle mie precedenti abitudini alimentari, che non ho dovuto stravolgere. Non sono mai stata una fan di cibi precotti, piatti pronti e surgelati, non bevo caffè né bibite gassate, non amo il fast food, non amo la carne rossa, non mi piacciono le fritture e la mia dispensa non è mai stata piena di snacks, patatine e junk food.

Premesso che non ho seguito pedissequamente quanto scritto dalla signora americana (che ha attuato il suo programma gradualmente, in 100 giorni, ovvero in 14 settimane, prefiggendosi un obiettivo a settimana), vediamo quali sono, nell’ordine, gli step suggeriti dall’autrice:

1. mangiare almeno due tipi diversi di frutta e/o verdura a colazione, pranzo e cena

2. eliminare le bibite artificiali (uniche bevande ammesse sono acqua, the, caffè e latte dolcificato o con miele o con sciroppo d’acero – ammesso un bicchiere di vino rosso al giorno e uno di succo di frutta a settimana)

3. consumare solo carne di provenienza locale (al massimo 3-4 porzioni a settimana e mai come alimento base, ma piuttosto per insaporire altri alimenti e come accompagnamento)

4. eliminare fast food e cibi fritti

5. provare almeno due nuovi alimenti integrali

6. evitare tutti i prodotti light

7. mangiare solo cibi prodotti con cereali integrali (dunque non raffinati come la farina bianca)

8. smettere di mangiare quando ci si sente sazi

9. eliminare tutti i dolcificanti raffinati

10. eliminare tutti gli oli raffinati o idrogenati (oli di semi, margarina)

11. mangiare cibi locali

12. eliminare tutti i dolcificanti (anche quelli non raffinati)

13. eliminare tutti i cibi con coloranti e/o conservanti

14. eliminare tutti i cibi che contengono più di 5 ingredienti sull’etichetta

Per quanto mi riguarda mi è bastato eliminare zucchero raffinato, biscotti e qualche dolcetto di troppo. Non era mia abitudine comprare wrustel, insaccati, sottilette, salsicce, salse pronte, ketchup, marmellate con zuccheri aggiunti. In ogni caso non consiglio un regime alimentare come quello suggerito dall’autrice americana: mi sembra troppo drastico e non sono assolutamente d’accordo nell’eliminare il miele (che è un alimento preziosissimo per la nostra salute). Sicuramente contiene spunti interessanti (quali l’eliminazione dei cereali e dei dolcificanti raffinati, di prodotti light e delle bibite zuccherate), ma non per questo va considerato come il miglior regime dietetico in assoluto. Il mio consiglio è sempre il solito: modificare le proprie abitudini alimentari gradualmente, senza strafare e soprattutto senza fretta. Il mio percorso è iniziato anni fa ed è ancora in atto. Non è difficile orientarsi verso scelte naturali se ci si vuole bene e se si decide di migliorare la propria qualità di vita. 
Quando si decide di adottare un regime alimentare più sano, non bisogna però dimenticare di bere molto, di fare movimento regolarmente e di leggere bene le etichette dei prodotti comprati: più è lunga la lista degli ingredienti, più alimenti artificiali contiene e meno è consigliato. Non c'è bisogno di essere chimici per capire che se un ingrediente ha un nome difficile e non lo conosciamo, probabilmente è un additivo e molto probabilmente è stato inserito per aumentare il tempo di conservazione o per rendere il cibo più appetibile agli occhi e al palato.

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