mercoledì 29 luglio 2015

L'inganno dei cibi integrali

Forse vi sembrerà strano sapere che la maggior parte dei cibi spacciati per integrali in realtà integrali non sono. Vediamo perchè. L'aggettivo "integrale" significa integro, ossia qualcosa che non dovrebbe aver subito depauperazioni, raffinazioni e procedimenti chimici industriali, quale ad esempio lo sbiancamento. 
Il riso, l'orzo, la pasta, il pane, i biscotti, i dolci (e in generale tutti gli alimenti prodotti con farina bianca), il sale, lo zucchero bianco, che usiamo comunemente, non esistono tal quali in natura, ma vengono raffinati e sbiancati. In questo modo li si priva di fibre, minerali, vitamine e nutrienti importanti. E a noi consumatori, dunque, cosa resta? Un prodotto bianco, forse esteticamente più gradevole, ma depauperato delle iniziali componenti nutritive. Il che potrebbe anche andar bene se il consumatore fosse consapevole di quello che mangia, ma purtroppo così non è.
L'industria alimentare, seguendo la logica del massimo profitto, con il supporto di una pubblicità continua, martellante e criminale, quotidianamente spaccia per naturale, sano e salutare ciò che non lo è. E così tra uno spot di una casa immersa nel verde e di bambini felici che mangiano dolciumi e merendine, una rivista che associa ai cibi integrali immagini di supermodelle che pare dimagriscano mangiando crackers e fette biscottate, siti web che reclamizzano quanto l'integrale faccia bene, il consumatore inconsapevole, pigro o poco attento si convince che basti leggere la dicitura "integrale" sulla confezione per stare tranquillo.
Sfatiamo allora alcuni miti che sembrano ancora resistere, nonostante le ultime scoperte scientifiche e la velocità con cui vengono diffuse le informazioni nell'era digitale:
  1. Non è vero che i cibi integrali fanno dimagrire. Al limite la percentuale di fibra alimentare contribuisce ad aumentare il senso di sazietà.
  2. Non è vero che i cibi integrali non fanno ingrassare. Tutto dipende dalle porzioni e dalle quantità.
  3. Non è vero che la farina integrale non subisce processi industriali. La maggior parte delle farine integrali in commercio sono farine ricostituite, ossia alla farina bianca precedentemente raffinata viene aggiunta una parte di crusca che era stata scartata. Sembrerebbe pazzesco, ma è così. Ecco perchè in genere i prodotti integrali costano di più. Il prezzo più elevato deriva infatti da questo ulteriore passaggio che il cibo subisce prima di essere confezionato e distribuito... e si sa che il lavoro va pagato! Perchè dunque l'industria alimentare fa questo gioco del togli e metti? Perchè per la grande distribuzione costa molto meno sbiancare tutta la farina e poi riaggiungere la crusca solo a quella parte di prodotto destinato ai consumatori di cibi "integrali".
  4. Non è vero che i prodotti integrali siano più sani di quelli raffinati. Ciò è vero solo se si tratta di prodotti integrali provenienti da agricoltura biologica. Nell'involucro più esterno degli alimenti si concentrano infatti i resti di fitofarmaci, erbicidi, diserbanti e tutti i prodotti chimici con cui vengono trattati, involucro che viene rimosso durante la raffinazione.
Ciò premesso, come possiamo fare per capire se abbiamo di fronte un alimento integrale o pseudo tale? La risposta sta sempre nell'etichetta. Ricordate che gli ingredienti vengono elencati in ordine di quantità. Il primo ingrediente della lista sarà pertanto quello presente in maggiore quantità. Se in cima alla lista leggiamo farina di frumento e dopo farina integrale, crusca o cruschello, allora vuol dire che non si tratta di un vero alimento integrale. Per quanto riguarda il pane, scovare il falso integrale è ancora più semplice... basta guardarlo. Se si presenta bianco con puntini più scuri, allora quel pane è stato prodotto con farina bianca a cui è stata poi aggiunta crusca o cruschello. Se invece si presenta scuro uniformemente, allora è stata usata farina integrale.
Ricordate di leggere sempre le etichette... solo così possiamo diventare tutti consumatori consapevoli e responsabili.


Image courtesy of by Tuomas_Lehtinen at FreeDigitalPhotos.net

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