giovedì 5 dicembre 2013

La cioccolatoterapia raccomandata per la sindrome metabolica*





 
“Alle persone diagnosticate con la sindrome metabolica viene in genere consigliato di perdere peso. Per molti ciò significa niente più dolciumi, specialmente la cioccolata. Ricercatori australiani però pensano che una dose giornaliera di cioccolata fondente possa essere esattamente ciò che il medico dovrebbe prescrivere. Potrebbe infatti ridurre il rischio di infarto e ictus in questi pazienti ad alto rischio. La sindrome metabolica è un insieme di fattori di rischio che aumenta la probabilità che qualcuno possa sviluppare malattie cardiologiche o diabete. A volte viene denominato come Sindrome X. Generalmente include pressione alta, sovrappeso intorno alla zona centrale-addominale (di solito descritta come “corpo a mela”), e resistenza all’insulina o incapacità dell’organismo di usare l’insulina in modo efficiente. In uno studio pubblicato sul British Medical Journal, i ricercatori australiani hanno concluso che il consumo giornaliero di cioccolata fondente può ridurre i problemi cardiovascolari, quali infarto e ictus, in persone con sindrome metabolica. I ricercatori hanno usato un campione di 2013 persone ad alto rischio di infarto per predire i benefici effetti a lungo termine di un uso giornaliero di cioccolato fondente paragonandoli a persone che non ne assumevano affatto. Tutti i partecipanti avevano pressione alta e i segni della sindrome metabolica, ma non avevano mai sofferto di problemi al cuore o diabete. Secondo l’analisi, se tutti i partecipanti mangiassero un pò di cioccolata fondente ogni giorno (che sacrificio!), 70 casi di patologie cardiovascolari non letali e 15 letali ogni 10.000 persone potrebbero essere evitati in 10 anni. Anche se solo l’80% mangiasse la “pillola” di cioccolata, i ricercatori credono che la terapia sarebbe comunque efficace in 55 casi non letali e 10 letali potenzialmente evitabili in 10 anni. I ricercatori hanno anche esaminato il costo effettivo della cioccolatoterapia. Esso si aggirerebbe intorno ai $42 per persona per anno per pubblicità, campagne di educazione o incentivazione all’uso della cioccolata fondente tra queste persone ad alto rischio. E’ largamente noto che mangiare cioccolata ha effetti benefici a cause delle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Questo include la riduzione della pressione sanguigna e il miglioramento della sensibilità all’insulina (uno stadio nello sviluppo del diabete). La cioccolata fondente (contenente almeno il 60% di cacao) è anche ricca di flavonoidi, che si sa che hanno effetti protettivi sul cuore. I ricercatori hanno messo in risalto che questi effetti protettivi riguardano solo il cioccolato fondente (almeno 60-70% di cacao), e non quello al latte o bianco, probabilmente a causa dei più alti livelli di flavonoidi trovati nella cioccolata fondente. Essi hanno anche suggerito che le proteine del latte possano inibire l’assorbimento dei flavonoidi. Hanno notato che altri studu hanno mostrato che la cioccolata fondente o i polifenoli del cacao diminuiscono le lipoproteine a bassa densità, aumentano quelle ad alta densità, aumentano la sensibilità all’insulina, migliorano la funzionalità endoteliale, hanno effetti antinfiammatori e antitrombotici, riducono lo strss, aumentano il senso di sazietà e migliorano l’umore. Gli autori dello studio hanno concluso che, considerati i suoi effetti nell’abbassare la pressione sanguigna e il colesterolo, la cioccolata fondente potrebbe essere un’efficiente strategia per le persone con sindrome metabolica che non hanno sviluppato diabete e mettono in evidenza che, paragonata alle terapie farmacologiche, la cioccolata ha pochi effetti collaterali (se anche li dovesse avere) e un tasso più alto di accettazione tra i consumatori. Quando si tratta di cioccolata, la qualità conta. Cercate il cioccolato biologico, a commercio equo-solidale, e più nero possibile con almeno il 70% di cacao.”

*per l’articolo originale in inglese pubblicato su GreenMedInfo.com cliccate sul link seguente:

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