sabato 15 agosto 2015

Educazione alimentare e alimentazione etica

Molto spesso mi ritrovo a spiegare la differenza tra dietetica (detta anche dietologia) ed educazione alimentare: due ambiti complementari, ma diversi, affidati a professionisti con competenze e percorsi formativi differenti.
L'educazione alimentare non interviene sul metabolismo umano, non si basa sulla prescrizione di integratori o diete, sul calcolo di grammi e/o calorie e soprattutto la sua finalità non è quella di fare diagnosi utilizzando strumenti di misurazione quali la plicometria, la bioimpedenziometria, l'indice di massa corporea e test per intolleranze alimentari. 
Se il nostro scopo è solo quello di perdere peso o se siamo affetti da qualche patologia specifica, allora è necessario un consulto medico, fermo restando che una corretta alimentazione e le giuste abitudini di vita sono alla base della salute e del benessere psicofisico. Ecco perchè non è necessario essere medico per svolgere l'attività di consulente o educatore alimentare. Il medico, spesso coadiuvato da un dietista o da un biologo nutrizionista, si occupa della diagnosi e della cura di eventuali patologie. Il consulente alimentare si occupa invece di salutogenesi, informando, aiutando e supportando i propri clienti nel loro percorso verso uno stile di vita il più possibile naturale, sano, etico ed ecosostenibile, che non riguarda solo l'alimentazione, ma il benessere in senso olistico. 
Stare bene è una filosofia di vita! Ciò significa che deve comprendere l'educazione ambientale, il movimento, il rispetto per se stessi e la cura delle relazioni interpersonali significative, oltre ad informazioni specifiche su metodi di cottura, lettura delle etichette, stagionalità, filiera, cibi a chilometri zero, packaging, impatto sociale della pubblicità, uso di spezie e condimenti, educazione al gusto e alla giusta spesa, porzioni, ricette per una cucina veloce, sana e naturale e presentazione degli alimenti.

Nella mia esperienza sia di educatore alimentare che di soggetto attivo che ha scelto di iniziare un percorso del benessere in senso olistico (ossia fisico, psicologico e sociale), ho evidenziato dei principi di base su cui ho costruito il mio stile di vita e le mie lezioni a carattere formativo ed informativo.

Fare educazione alimentare (e non solo) per me significa insegnare queste quattro regole:

EQUILIBRIO, CONSAPEVOLEZZA, RESPONSABILITA', RISPETTO DI SE' E DELL'AMBIENTE.

  1. Equilibrio = non strafare. Limitiamo le porzioni, non la varietà degli alimenti. A meno che non ci siano intolleranze o allergie documentate, che impediscano di assumere un determinato alimento, una corretta alimentazione dev'essere varia, in modo tale da apportare all'organismo tutti gli elementi di cui abbiamo bisogno. Mastichiamo lentamente. Dedichiamo il giusto tempo ai nostri pasti. Ciò non solo faciliterà la digestione (ricordate che la digestione inizia in bocca), ma ci farà avvertire prima il senso di sazietà. Vi faccio qualche esempio. Ci piace la cioccolata? Bene, non ce ne dobbiamo privare. Preferiamo quella fondente con almeno il 70% di cacao e limitiamoci a gustarne un pezzettino. Ci piacciono i biscotti e la crema di nocciole? Proviamo a farli in casa, utilizzando prodotti biologici e limitiamoci nelle quantità, privilegiando la qualità degli alimenti. Il costo sarà inferiore e il nostro stato di salute migliorerà.
  2. Consapevolezza = conoscenza adeguata degli alimenti, dei loro principi nutritivi e degli effetti sul nostro stato di salute. Conoscere è fondamentale, per poi essere in grado di operare le scelte giuste. Impariamo a leggere le etichette, a conoscere gli alimenti, i principi nutritivi e gli effetti sulla nostra salute dei cibi industriali e di quelli naturali. Limitiamo le proteine animali a vantaggio di quelle vegetali. Evitiamo lo zucchero bianco sostituendolo con miele, zucchero di canna integrale o sciroppo d'acero. Prediligiamo i prodotti di farine integrali biologiche (pasta, pane, riso integrale). Evitiamo i prodotti industriali con più di cinque ingredienti in etichetta. Non compriamo i cibi in cui ci sono ingredienti che non conosciamo e/o che non useremmo nelle nostre preparazioni casalinghe. Evitiamo le bibite zuccherate (gassate e non), sostituendole con acqua, the, succhi e centrifugati di frutta e verdure fatti in casa. Limitiamo i fritti, preferendo la cottura a vapore o stufata in pentola. Usiamo un buon olio extravergine d'oliva spremuto a freddo, aggiungendolo a crudo sugli alimenti. Evitiamo le versioni light, diet, senza zucchero, senza grassi, perchè, per essere tali, significa che gli alimenti sono stati processati industrialmente. Limitiamo il consumo di sale a vantaggio di erbe e spezie.
  3. Responsabilità = operare le scelte giuste in campo alimentare (e non solo). Essere informati è il primo passo, ma non basta. Alla giusta informazione deve seguire la volontà di diventare soggetti attivi, artefici della propria salute. Vi faccio un esempio banale. Non so che il fumo fa male e fumo: non ho consapevolezza del danno che sto arrecando alla mia salute. So che il fumo fa male e continuo a fumare: non mi comporto in modo responsabile, danneggiando il mio organismo consapevolmente per superficialità, incuria, debolezza, dipendenza, problemi psicologici, etc.
  4. Rispetto di sé e dell'ambiente = imparare ad ascoltare il proprio corpo, rispettare i ritmi naturali e la stagionalità, orientarsi verso un tipo di nutrizione ecosostenibile. Concedersi tempo per se stessi, dedicarsi ad un hobby, avere un interesse, una passione, leggere, studiare, viaggiare, essere curiosi, conoscere, praticare una regolare attività fisica possibilmente all'aria aperta, stare a contatto con la natura osservandone e rispettandone i ritmi, dormire a sufficienza, rispettare la stagionalità nella scelta dei cibi, optare per la filiera corta sono tutte scelte che denotano amore per se stessi e per l'ambiente. Cercare di inquinare il meno possibile, preferendo e possibilmente autoproducendo detergenti naturali, usare poco l'auto andando a piedi o in bicicletta e soprattutto documentarsi sull'impatto ambientale dei cibi da allevamento. Ecco cosa si intende per nutrizione etica: un tipo di nutrizione ecosostenibile, che privilegi gli alimenti distribuiti attraverso il commercio equo e solidale, che rifiuti ogni tipo di sfruttamento e che diventi il tipo di nutrizione a cui vengano educati i bambini sin da piccolissimi.
Difficile? Forse. Impegnativo? Certamente... ma tutto ciò che ha un valore è sempre frutto di volontà, impegno e responsabilità. Raccogliamo la sfida, amiamo il nostro corpo e il nostro pianeta: sono la nostra unica casa e la nostra unica risorsa. Difendiamoli, non distruggiamoli!

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